Madagascar: la terra delle meraviglie.
A largo dell’Oceano Indiano, proprio davanti alla costa orientale dell’Africa, si trova una delle più grandi isole del mondo: il Madagascar.
Nonostante si estenda per ben 1500 km, l’intera isola presenta un clima tendenzialmente tropicale.
I mesi migliori per recarsi in Madagascar sono: aprile, maggio e giugno, per quanto riguarda la zona centrale e quella occidentale, dato che fioriscono tutte le piante e le temperature si abbassano. Luglio e agosto, ideali per visitare la parte orientale dell’Isola, grazie anche alla fioritura della vaniglia. Luglio, agosto e settembre, che sono i mesi migliori per visitare la parte sud del Madagascar e per provare ad avvistare le maestose balene.
Sembra che il Madagascar si sia staccato dal super-continente africano 140 milioni di anni fa e che, grazie a questo, abbia sviluppato una flora e una fauna completamente differenti rispetto al resto del mondo.
La natura primordiale è, infatti, il grande tesoro del Paese, che vanta il 5% delle specie animali e vegetali al mondo, l’80% delle quali endemiche, dai lemuri (che vivono solo qui) ai baobab, alle 12mila varietà di piante.
Si parte per la terra delle meraviglie: il Madagascar
Questo itinerario di viaggio si concentra sulla parte settentrionale del Madagascar. In particolare, vi porterò a visitare le piccole isolette adiacenti all’isola di Nosy Be, le più belle e particolari dal punto di vista naturalistico.
L’isola di Nosy Be è la maggiore dell’arcipelago nel canale di Mozambico: le isole che compongono questo arcipelago godono di una straordinaria biodiversità che, con il passare dei secoli, ha contribuito a dare vita alla barriera corallina che le circonda, terza al mondo per varietà di antozoi.
Ovviamente, sulle isole di questo arcipelago non mancano bellissime spiagge tropicali dalla sabbia bianca finissima, una flora composta da mangrovie e alberi da frutto e una fauna tutt’altro che ordinaria.
L’isola di Nosy Be
Sull’isola di Nosy Be è possibile godere di una mescolanza di razze ed etnie. Ne è testimonianza il sacro recinto di Mahatsinjo, vicino alla città fantasma di Marodoka: gli immigrati indiani che la fondarono nel XV secolo decisero di donare un albero di ficus a Tsiomeko, prima regina di Nosy Be.
La leggenda narra che quello stesso ficus sia il “padre” della cattedrale vegetale di cinquemila metri quadrati . Una cattedrale formata da migliaia di liane, rami, radici aeree, che oggi è ritenuta luogo sacro da tutta la popolazione.
Infatti, il suo significato buddhista è stato accolto nell’animismo locale, già influenzato dal cattolicesimo e dall’Islam degli indonesiani e degli arabi, creando un sincretismo religioso e culturale unico.
A Nosy Be è molto comune imbattersi in luoghi fady. Questo termine della lingua malgascia indica la proibizione religiosa, il luogo sacro. Fady sono ad esempio i 12 laghi dell’isola in cui non ci si può bagnare, che occupano i crateri vulcanici sulle pendici del Mont Passot.
Per raggiungerli, occorre percorrere dei sentieri popolati di alberi di mango, banano, tamarindo, papaya e teak. Durante queste passeggiate, è possibile scorgere camaleonti, coccodrilli e lemuri, una particolare tipologia di scimmia dagli occhi dorati e tondi e il pelo folto.
Questi luoghi contribuiscono a creare un’atmosfera peculiare, insieme al profumo di ylang ylang, patchouli e vaniglia, di cui Nosy Be è permeata.
Hell-Ville quasi una seconda capitale del Madagascar
Hell-Ville è il principale centro abitato dell’isola. Fu così denominata in onore dell’ammiraglio francese Anne Chrétien Louis de Hell che la fondò nel 1841. Diventata Andoany nel 1960, quando l’Isola ha ottenuto l’indipendenza, è una delle città coloniali più antiche di tutto il Madagascar. Essa è celebre grazie al mercato coperto dove è possibile trovare decine di spezie rare, inalare il loro l’odore fortissimo mescolato a quello del pesce appena scaricato ed ammirare le tracce dell’antica popolazione Sakalava che abitava questi luoghi durante il XVI secolo.
Ad Hell-Ville, inoltre, non mancano piccole botteghe artigianali che producono tovaglie ricamate e oggetti di legno intagliati mano. Ma anche oggetti tipici della tradizione, ristoranti etnici, locali notturni e negozietti di souvenir.
Tra natura e animali
L’attrazione principale di Nosy be è la Foresta Primaria di Lokobe. Meta per i turisti di tutto il mondo grazie alle sue numerose varietà di piante medicinali ed endemiche del Madagascar e i suoi alberi millenari. Per raggiungerla è necessario pagaiare per 45 minuti, dato che si trova all’estremo sud dell’Isola.
Questo vi darà la possibilità di ammirare il paesaggio lussureggiante, costellato di mangrovie appariscenti e sabbia bianca. I sentieri che si inoltrano nella foresta partono dal piccolo villaggio di pescatori di Ampasipoby, un gioiello quasi incontaminato situato lungo la costa meridionale di Nosy Be.
Lokobe è un parco zoologico e botanico che si estende per quasi 740 ettari. Conta molte specie di fiori e piante rare: è possibile, infatti, incontrare il lemure macaco, simbolo dell’isola, lemuri notturni e diurni, uccelli endemici come le Hibou di Madagascar o il Martin Pescatore malgascio, camaleonti, lucertole, gechi, boa, pitoni (tranquilli, non sono velenosi) e persino una delle rane più piccole al mondo, che misura appena 10 mm di lunghezza.
Gli animali di Lokobe sono selvatici e si spostano liberamente nella foresta, ma con l’aiuto delle guide esperte del parco riuscirete a scoprire tutti i segreti di questo habitat unico al mondo.
Infatti, questo Eden naturalistico è una delle cinque riserve naturali integrali del Madagascar, e protegge quanto rimane della foresta pluviale tropicale che un tempo ricopriva interamente l’isola.
Nelle prossime tappe di questo viaggio vi porterò a visitare le altre isole dell’arcipelago, per scoprire le splendide peculiarità che riserva questo paradiso tropicale…