Il matrimonio nel bel mezzo della pandemia: il sì di Emmanuele e Debora – Dirsi sì nonostante la pandemia. Questa la storia di Emmanuele e Debora che nei giorni scorsi, tra coprifuoco e restrizioni, hanno coronato il loro desiderio più grande, quello di diventare marito e moglie.
Alle mille domande che hanno affollato la mente della sposa, da parte di amici e parenti, ma anche di chi temeva che il matrimonio potesse saltare da un momento all’altro, Debora ha risposto così. “Forse siamo impopolari, andando contro corrente, ma abbiamo combattuto fino all’ultimo per arrivare in Chiesa e dirci sì davanti a Dio”. Mesi struggenti per i due ragazzi che già a inizio anno hanno dovuto rimandare le nozze, fissate per il 26 aprile. Poi il rinvio all’8 novembre 2020.
Il matrimonio nel bel mezzo della pandemia: il sì di Emmanuele e Debora lo scorso 8 novembre
“Già era stato devastante annullare le nozze una volta, pensavamo che il peggio fosse passato ma evidentemente ci sbagliavamo. Abbiamo accolto con un coro da stadio la notizia che la Campania era stata inserita in zona gialla, perché nonostante tutto, ci permetteva di sposarci. E’ stato quasi come ricevere un miracolo per noi”.
Nulla conta per Emmanuele e Debora, né i festeggiamenti nella location del cuore, né lo spettacolare viaggio di nozze che avrebbero potuto intraprendere, o il primo ballo da sposi davanti a tutti coloro che li amano. Perché se il vero valore dell’amore sta nell’amore stesso, non si ha bisogno di null’altro se non della presenza di chi desideriamo al nostro fianco, follemente.
“Stiamo insieme da cinque anni, e fin da subito, ancor prima di dirci ti amo, lui mi ha detto che mi avrebbe sposata. Siamo tanto diversi ma abbiamo gli stessi valori e il desiderio di una famiglia ha sempre prevalso su ogni cosa. Proprio per questo è stato difficile all’inizio accettare i mille ostacoli scaturiti dalla pandemia da Covid-19”.
Debora non nega che tutta questa situazione l’ha più volte scoraggiata, facendola sentire una sposa di serie B. “Ci sono stati diversi momenti in cui la rabbia e la delusione hanno prevalso, non facendomi sentire più una sposa. La nostra location ha chiuso, non potendo soddisfare le richieste di nessuna coppia. C’erano dubbi circa la possibilità di scattare foto e di avere un allestimento floreale in chiesa. In quei momenti, l’entusiasmo, la voglia di fare, di sognare e godersi il momento hanno spesso lasciato il posto a lacrime e dubbi. Ma ad oggi posso affermare che grazie alla mia, e alla nostra fede in Dio, siamo riusciti comunque ad affrontare ogni difficoltà, a credere in noi due, e a dirci sì per sempre”.
Una cerimonia riservata e senza festeggiamenti. “In mezzo alla tempesta devi restare a galla”
Domenica 8 novembre 2020, il matrimonio di Emmanuele e Debora si è svolto in chiesa regolarmente. Poi gli sposi si sono dedicati allo scatto delle foto, sotto l’obiettivo del fotografo e loro amico Marco Costanzo. Trucco e parrucco non sono mancati, i fiori addobbavano l’altare e finalmente regnava il sorriso sul volto dei due ragazzi. “E’ vero, ho dovuto togliere il mio abito da sposa un po’ troppo presto e non godere degli abbracci delle nostre famiglie ma quando sei in mezzo alla tempesta, per restare a galla devi imparare a buttar via tutto ciò che in quel momento è superfluo”.
“La gioia che abbiamo provato ha cancellato ogni dolore vissuto”
Qualcuno dice che da ogni esperienza o si vince o s’impara. Senza dubbio, Emmanuele e Debora hanno ottenuto entrambi i risultati. “La gioia che abbiamo provato, ha cancellato ogni dolore vissuto. Ora possiamo dirlo: siamo felici e lo rifaremmo altre mille volte”.
Quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più presto possibile. E così è stato per Emmanuele e Debora, sposi nel bel mezzo di una pandemia globale.
“Se c’è una cosa che abbiamo imparato in questo anno difficile, è non fare progetti. Il domani non ci appartiene, non ancora. Sicuramente ci immaginiamo una vita felice, ma viviamo della nostra quotidianità e delle cose belle che erano lì ad aspettarci da troppo tempo”.