Castel San Lorenzo: il comune cilentano di origine medioevale – Situato nel Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, a 26 km da Paestum e dalla costa del mar Tirreno, Castel San Lorenzo è circondato da vari boschi. Il bosco Infitina, il bosco Scanni Rossi, il bosco Zembrone, il bosco Laurenti e il bosco Foresta. Inoltre, è attraversato dal fiume Calore Lucano che nasce dalle pendici del monte Cervati.
Castel San Lorenzo: il comune cilentano di origine medioevale. La storia
Il Comune ha origini medioevali e sono successive all’anno mille. Nel XII secolo, c’era un bosco in cui si trovava una Chiesa dedicata a San Giovanni Battista. In quei pressi, era presente un Casale “Santa Maria de Strictu”, di cui attualmente rimane soltanto la Chiesa “Santa Maria della Stella”.
Con il passare del tempo il paese s’ingrandì sempre più per l’arrivo di altri abitanti. Una fonte importante per la ricostruzione della storia del comune è stata la bolla di Celestino III del 1191, indirizzata ai monaci di San Lorenzo de Strictu. I primi feudatari furono i monaci Benedettini. Successivamente, il feudo passò alla famiglia Pipino e da questa al casato dei Carafa.
A seguito della suddivisione amministrativa del Regno delle Due Sicilie, dal 1811 al 1860 Castel San Lorenzo appartenne al circondario di Roccadaspide. Tra la fine del XIX Secolo ed i primi anni del XX secolo, il comune iniziò a spopolarsi.
Recentemente, grazie alla nascita di alcuni agriturismi, il turismo è aumentato. Molti turisti, infatti, utilizzano Castel San Lorenzo come base per visitare Paestum e la Costiera Cilentana. Grazie alle bellezze paesaggistiche e alla qualità del patrimonio ambientale, il comune è stato scelto da Legambiente come sede di un campus estivo internazionale che ospita, ogni anno, giovani provenienti da tutto il mondo.
Castel San Lorenzo: le attrazioni
Le principali attrazioni sono il fiume Calore, le cui acque sono balneabili, e i boschi del vicino Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Chiesa di San Giovanni Battista
Costruita nel Settecento, l’interno della chiesa è ad una navata ampia ed illuminata da grandi finestre. E’ a croce latina con colonne sorrette da basamenti di granito e sormontati da capitelli di ordine corinzio. Tra la navata e il transetto è presente una cupola, di pietra bianca di Padula.
All’interno è conservata una grande tela rappresentante S. Pietro in Vinculis liberato da un Angelo, proveniente dall’antica pinacoteca del Principe Carafa. La tela S. Giovanni Battista che predica alle Turme, elaborata da Carmine Natale.
Sotto l’altare maggiore è possibile accedere, grazie ad un’apertura nel pavimento, ad una cripta, usata anticamente per la sepoltura dei sacerdoti. Intorno alle mura, sono posti dei sedili sui quali erano depositati i cadaveri.
Castel San Lorenzo: il comune cilentano di origine medioevale. La Statua dell’Amore Eterno
Negli ultimi mesi, il comune di Castel San Lorenzo vive con particolare apprensione quello che sta accadendo in Ucraina, per la sua antica vicinanza alla città di Kiev.
Infatti, la statua è legata ad una storia d’amore: quella di Luigi Peduto e Mokrina. Tutto ha inizio nel 1943 quando Luigi, maresciallo della Guardia di Finanza, originario di Castel San Lorenzo, assegnato alla 2ª Compagnia autonoma del Battaglione di stanza a Spalato (Croazia), viene catturato dai tedeschi e, dopo 15 giorni di cammino a piedi raggiunge il “17° B Stamlager”, il campo di concentramento di Krems, in Austria, dove è internato.
Qui conosce l’ucraina Mokryn (il cui nome originario è Maria Yurzuk), condannata ai lavori forzati e madre di una bimba ancora in fasce. I due sopravvivono alla guerra e, una volta liberi, si perdono di vista. Ognuno segue il proprio destino, l’uno nel Cilento e l’altra in Ucraina.
Luigi però non dimentica quella donna, tanto da conservare, nel portafogli una ciocca di capelli ed una foto. Un giorno, sente parlare alcune donne dell’Est, venute in Italia per lavorare come badanti, e comincia così la sua ricerca di quella donna che lo porta nel 2004 a prendere parte ad una trasmissione televisiva della tv ucraina, “Aspettami”, dopo circa 70anni. Sono entrambi vedovi e dal 2004 fino al 2013 non si separano mai. Luigi va a trovarla ogni anno in Ucraina, conosce la sua famiglia, gli amici, e partecipa a cerimonie militari e ricorrenze storiche. Mokryna diventa addirittura cittadina onoraria di Castel San Lorenzo.
Foto: www.comune.castelsanlorenzo.sa.it/
Fratellanza Universale: l’abbraccio tra Castel San Lorenzo e Kiev
Nel 2013, Mokryna muore e a Kiev viene eretta una scultura, “Fratellanza Universale” opera dell’artista Alexander Morgatsky, che ritrae Luigi e Mokryna nel giorno della loro riunione.
Una copia di quella statua è stata eretta nel 2017 a Castel San Lorenzo quando ormai anche Luigi è deceduto.
”Fratellanza Universale” è un abbraccio tra due popoli che hanno entrambi sofferto per effetto degli eventi bellici del ‘43 e richiama il valore della solidarietà tra gli uomini e i popoli tutti; un messaggio, purtroppo, del tutto attuale.
Gli scazzatielli di Castel San Lorenzo
Tipo di pasta antichissima, di origine medioevale, gli scazzatielli, detti anche “cavatieddu”, sono fatti a mano e ricordano la forma di una piccola valva di conchiglia, ma con una concavità centrale molto pronunciata.
Gli scazzatielli derivano dagli antichi “cavatielli” a loro volta derivanti dagli gnocchi medievali.
Tradizionalmente la ricetta prevede come ingredienti dell’impasto farina di grano duro, acqua, olio e sale. Oggi, si mischiano la farina di grano duro con quella di grano tenero e con uova fresche, olio extravergine di oliva, sale fino ed acqua.
La farina viene ammucchiata sulla spianatoia e vi si apre una cavità centrale, a mo’ di vulcano, nella quale si aggiungono uova, olio ed un pizzico di sale. L’impasto viene lavorato a mano aggiungendo, di volta in volta, l’acqua necessaria, fino ad ottenere un composto sodo e liscio, che deve essere lasciato a riposo per circa un’ora.
Il panetto ottenuto, viene tagliato in sezioni che vengono lavorate fino a diventare dei cilindri di pasta, del diametro di circa un centimetro, che vengono tagliati in tocchetti quadrangolari, i quali vengono separati con l’aiuto di un po’ di farina e poi lavorati con tutte e due le mani, a coppie, schiacciando con i pollici e roteandoli nei due sensi.
La sagra degli scazzatielli
Infine, l’ultimo passaggio, da cui la pasta prende il nome è quello dello “schiacciare”, ovvero “scazzare”. Dopo essere stati lasciati essiccare per un po’ di tempo, di solito, sono cucinati con il tradizionale ragù di castrato.
Oggi gli scazzatielli si possono gustare nel corso della tradizionale sagra che si tiene ad agosto a Castel San Lorenzo, al termine della quale avviene il rituale dell’”abbinamento” che vede i presenti sorseggiare contemporaneamente due bottiglie di vino rosso e una di bianco, macchiandosi per dimostrare di aver bevuto.