Calitri Irpino: la bellezza situata tra fiumi e monti – Borgo situato lungo le rive del fiume Ofanto, sede della comunità montana Alta Irpinia. E’ il terzo comune per estensione territoriale della provincia di Avellino. Con le sue lunghe vallate verdi, le sue lunghe coltivazioni, i suoi deliziosissimi borghi, non ha nulla da invidiare alle zone della Costiera. Tanto da essere soprannominata la “Positano d’Irpinia”.
Calitri Irpino: le attrazioni storiche
A Calitri possiamo ammirare la Chiesa di San Canio. Già presente nell’VIII secolo all’interno delle mura, divenne nel 799 sede delle reliquie di San Canio. Nel 1547 venne riedificata a spese del comune, ma in seguito fu distrutta dal terremoto del 1694. Nel corso del tempo, altre vicende sismiche segnarono una serie di modifiche, fino all’attuale costruzione, risalente al 1993. È dedicata ai protomartiri Cosma e Damiano. E, secondo la tradizione, nel 799, lungo il tragitto che avrebbe dovuto portare i resti mortali di S. Canio da Atella ad Acerenza, mentre il corteo funebre stava attraversando Calitri, le campane delle chiese iniziarono a suonare da sole.
Tale evento fu interpretato come miracoloso ed il Santo divenne Patrono di Calitri. Oltre all’altare maggiore in marmo intarsiato del XVIII secolo, sugli altari e sulle pareti delle navate laterali si possono ammirare pregevoli tele del XVIII secolo. L’Apoteosi di San Canio, l’Adorazione del Santissimo Sacramento, la Madonna con Bambino, la Presentazione al Tempio, e la Madonna Assunta. In fondo alle navate laterali vi sono due altari. Uno ospita una statua del Sacro Cuore; l’altro, la statua del patrono San Canio.
Chiesa dell’Immacolata Concezione. Venne aperta al culto nel 1714, sul poggio di San Biagio. Fu danneggiata gravemente dal terremoto del 1980, venne successivamente riedificata. La facciata rimase indenne, come pure originali sono il portale d’ingresso e i due portali laterali in pietra.
Calitri Irpino: il centro storico
Il centro storico di Calitri è caratterizzato per numerosi edifici ed elementi architettonici ed artistici, risalenti al XVIII e XIX secolo. Qui troviamo vari elementi medievali, come portali d’ingresso in pietra, piazzette, stradine, vicoletti, scalinate. Oltre al Palazzo Mirelli, nel centro storico di Calitri è possibile ammirare degli interessanti edifici signorili delle antiche famiglie calitrane. Come il Palazzo Rinaldi, oggi sede della Biblioteca, il Palazzo Zampaglione, trasformato in Bed & Breakfast, il Palazzo Berrilli, il Palazzo Tozzoli, risalente al XIX secolo, vicino all’ex Monastero, dove nel marzo 1875, fece tappa Francesco De Sanctis, durante il celeberrimo “Viaggio elettorale”.
Calitri Irpino: il borgo della ceramica
Il territorio di Calitri è ricco di argille quasi pure e di estrema plasticità, atte ad essere lavorate allo stato naturale. L’attuale vico Tornillo è ricordato, fin dal ‘700, come il borgo in cui abili artigiani utilizzavano il tornio a pedale per lavorare la creta. Poi, c’è via Faenzari il cui nome prende origine dalla presenza di artigiani, che nel ‘600 sarebbero stati fatti venire da Faenza, grazie all’interessamento di un vescovo.
Nel corso del tempo, si assiste alla graduale scomparsa degli artigiani ed al declino di questa attività. L’ultimo fornaciaio in attività è stato Antonio Lampariello, che fino a tarda età ha continuato a lavorare l’argilla secondo le antiche tradizioni. Oggi a Calitri sono presenti alcuni laboratori che si occupano della produzione artigianale di ceramiche ed altri ne stanno nascendo.
Il borgo, rappresenta, pertanto il baricentro economico-culturale, sia dell’Alta Irpinia che di una notevole fascia della provincia di Potenza. Come si può osservare dalla sua storia, vanta nella produzione della ceramica una tradizione antichissima. A testimonianza ciò, nel cuore del Borgo Castello, sorge il Museo della Ceramica. Luogo e manifesto al tempo stesso della memoria del tempo, dove sono esposti vari reperti ceramici, dalla preistoria al Medioevo, dal rinascimento all’Ottocento, fino alle ceramiche contemporanee.
Calitri Irpino: le tradizioni culinarie
La cultura gastronomica calitrana è secolare, semplice, e nello stesso tempo genuina. I cingul’ (affini ai cavatelli pugliesi) e le cannazze (ziti spezzati), servite con ragù e pecorino grattugiato, sono i piatti tipici per eccellenza. Insieme all’acqua sala che consiste in fette di pane bagnate con acqua bollente salata e poi arricchite con uova sode e olio soffritto con aglio e peperoncino piccante.
Le origini delle cannazze risalgono al ‘700. A Calitri, infatti, già nel 1749 esisteva una manifattura che si serviva di canne sulle quali la pasta veniva messa ad asciugare. Era un’attrezzatura – la cui vendita risulta da un atto del notaio in Calitri Eligio Rinaldi datato 26 settembre 1749 – installata all’epoca nella “casa bassa avanti la chiesa parrocchiale di San Canio”, che fu il primo pastificio di Calitri a produrre le “cannazze”. Oggi tra i ristoranti maggiormente apprezzati per la degustazione delle cannazze, vogliamo citare l’Osteria Tre rose.
Altri piatti ampiamente diffusi sono le lahan’ (tagliatelle), talvolta anche bollite nel latte e condite con sugo di pomodoro e fagioli, e le aurecchj’ ru preut’ (orecchiette), poi ancora gli sc’lient’ (vermicelli) e il baccalà alla ualanegna, entrambi questi ultimi piatti conditi con sugo a base di olio soffritto con aglio e peperoncino piccante.
Il pane di Calitri Irpino
È uno dei prodotti tradizionali di questo meraviglioso borgo irpino. E’ molto antico, tanto che la sua produzione è documentata da utensili e altro materiale esposto presso il museo della civiltà contadina di Aquilonia. Nonché da foto e documentazione varia conservate presso i comuni dell’area. Ottenuto con semola di grano duro e farina grano tenero, è caratterizzato dalla forma circolare e da un taglio longitudinale. Le forme possono pesare dai 2 ai 6 kg. Vengono chiamate “ruote di carro” per le loro grandi dimensioni.
Calitri Irpino, “lu pane re le femmime”
La crosta, molto croccante, è di colore bruno scuro e di sapore molto caratteristico e la mollica ha piccole occhiature diffuse ed uniformi. L’impasto è ottenuto con “crescente” (o criscito), farina, semola, acqua e sale e la lavorazione richiede un prolungato procedimento di impasto, seguita da una successiva fase di fermentazione a caldo, al buio e a temperature di 18-20 °C. La cottura avviene in forni a legna o elettrici e, per ottenere una cottura omogenea, le forme vengono spostate in diversi punti del forno.
Le donne che lavoravano nei campi andavano dal mugnaio e con la farina ottenuta di sera impastavano e la mattina infornavano. Una parte di queste pagnotte veniva lasciata al fornaio, in cambio dell’utilizzo del forno, che poi le vendeva identificandole come “lu pane re le femmime” (il pane delle massaie del paese). Erano le pagnotte più pregiate, perché fatte col grano migliore.
La salsiccia calitrana
È uno dei prodotti tipici locali più buoni dell’Irpinia. E’ una salsiccia caratterizzata per la sua forma particolare, ovvero a ferro di cavallo, ottenuta utilizzando solo carne suina proveniente da piccoli allevamenti d’Irpinia. La stagionatura rispetta la tradizione e avviene all’aperto. Se vi capita di passare per questo splendido borgo, non potete non acquistare la salsiccia calitrana a il “Salumificio Tornillo”.