Lapio: grande successo per il Fiano Love Fest. L’immagine green promossa da Angelo Silano

Lapio: grande successo per il Fiano Love Fest. L’immagine green promossa da Angelo Silano

Lapio: grande successo per il Fiano Love Fest – Dopo due anni di stop forzato, a causa della pandemia, ieri si è svolta la prima serata del tanto amato Fiano Love Fest. Giunto alla sua XI edizione, uno dei festival enogastronomici più apprezzati d’Irpinia che ogni anno attira alla sua attenzione migliaia di visitatori.

Ma, prima di procedere al racconto di tutte le novità di questa edizione all’insegna della biodiversità, vogliamo farvi fare un tuffo nello splendido borgo di Lapio. Città madre del vino Fiano di Avellino DOCG.

Foto: www.comune.lapio.av.it/

Lapio: la storia

Lapio, da sempre conosciuta come la città del vino, dell’olio e del miele, è un borgo di circa 1700 abitanti, distante circa 20 km dal capoluogo di Avellino.

Le origini del nome sono strettamente connesse a quelle del vino. Infatti, il nome del borgo, secondo alcuni studiosi deriva, dal latino Lapideum (roccioso; sassoso), ma secondo l’ipotesi più probabile il suo nome derivi dal Fiano, prodotto in questa terra, ovvero nell’area agricola ”Apia” (odierna Lapio), da cui risale il termine “Apiano” e “Apiana”. Uva già conosciuta dai poeti latini.

Le origini del borgo sono antichissime. Fu prima possesso dei Longobardi, poi il feudo appartenne alla nobile famiglia dei Filangieri di Napoli, i cui segni è possibile ritrovare nel Palazzo baronale dei Filangieri, la cui costruzione risale agli anni 1200 – 1300.

Lapio: terra di antiche tradizioni culinarie

Oltre alle importanti testimonianze storiche, architettoniche e culturali, a portare in questa terra il prodotto tipico per cui oggi è maggiormente conosciuto il borgo furono i Greci, che proprio a Lapio piantarono i primi esemplari di Vitis Apicia. L’originario vitigno del Fiano.

Tra gli altri prodotti tipici del territorio spicca sicuramente l’olio extra vergine di oliva ottenuto dalla “Ravece”. E’ una cultivar autoctona dalla resa bassissima da cui si produce un olio extra vergine in purezza di grande qualità, fruttato intenso, con le caratteristiche note di amaro e piccante. Ideale con la cucina locale.

Lapio: grande successo per il Fiano Love Fest. Una tradizione da non perdere

Una buona occasione per degustare le prelibatezze irpine è senza dubbio il Fiano Love Fest. Organizzato, appunto, ogni anno durante il mese di Agosto dal Comune di Lapio in collaborazione con Slow Food, l’Onav e alcune cantine del territorio.

Durante la manifestazione è possibile degustare ottimi vini e altri prodotti tipici, organizzare trekking alla scoperta dei vigneti e ammirare le stelle da una apposita postazione astronomica. Il tutto condito dall’aria frizzante e profumata che si respira tra le valli irpine d’estate.

Il Fiano Love Fest: la novità 2022, all’insegna della biodiversità

Una delle novità principali dell’edizione 2022 del festival enogastronomico, è sicuramente la presentazione dei vini bio di Angelo Silano, titolare dell’azienda agricola Feudo Apiano.

Classe 1984, dopo aver frequentato l’Istituto Agrario Francesco D’agostino, Angelo si laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari e consegue l’abilitazione di agronomo; da anni, pone l’attenzione sulla biodiversità e sostenibilità.

Foto: http://www.xdmagazine.it/

Infatti, come lui stesso ci racconta. “Il grosso del lavoro e dell’impegno lo metto in vigna e non in cantina perché la mia idea è fare i vini più genuini possibili. E portare una materia prima quanto più sana e genuina possibile”.

Il Fiano di Avellino e il progetto Spumante

Il vino prodotto principalmente nella sua azienda è il Fiano di Avellino. O meglio vengono trattate e prodotte diverse sfaccettature di Fiano di Avellino, sia perché provenienti da singoli vigneti, sia in versione spumante. Inoltre, da qualche anno anche in collaborazione con il dipartimento di Agraria dell’Università della Basilicata, Angelo, sta portando avanti un progetto riguardante un Fiano spumante dolce tipico della tradizione lapiana, quasi ormai estinto. Grazie all’installazione in vigna di circa 200 arnie, contenenti api, insetti e impollinatori e alla seminazione di un prato per attirare gli insetti stessi, allo scopo di creare un ecosistema naturale.

Tuttavia, nella sua azienda, produce anche il Taurasi DOCG. In quanto Lapio è uno dei pochi comuni irpini, ad avere due Denominazioni di Origine Certificata e Garantita sullo stesso territorio.

Abbiamo a questo punto chiesto da dove è nata l’idea di chiedere ed ottenere la certificazione green. L’azienda l’ho sempre condotta in regime biologico. Perché dopo aver conseguito la laurea, ho continuato a fare ricerche e sperimentazioni per far sì che il mio vino rispecchiasse quello di mio nonno, sano e genuino, senza conservanti. Così, ho cercato di fare, applicando tutte le conoscenze e gli strumenti che abbiamo oggi a disposizione, un vino e un’agricoltura che si avvicinasse molto, ovviamente con le esigenze delle moderne aziende, a quelle caratteristiche”.

Lapio: grande successo per il Fiano Love Fest. L’immagine green promossa da Angelo Silano

Finalmente, Angelo, dopo numerosi anni di studi e sperimentazione, ha trovato il metodo migliore per poter ottimizzare i processi di produzione. Sia cantina che in vigna. Infatti, nel 2014 ha chiesto ed ottenuto la certificazione biologica dall’ente CCPB di Bologna ed il primo vino commercializzato con tale etichetta è stato il Fiano di Avellino 2017.

Tuttavia, oltre alla certificazione biologica, Angelo, ci racconta. “Ho ritenuto di apporre anche la certificazione vegana perché è vero sì che con la certificazione biologica non sono usati prodotti chimici, ma sono utilizzati comunque prodotti naturali che inquinano l’ambiente. Come il rame e, quindi, attraverso ulteriori studi, ho cercato di ridurre la quantità di queste sostanze.

Ed è proprio grazie alla certificazione vegana che posso dimostrare che, nella produzione del mio vino, non vengono utilizzati chiarificanti. Nonché allergeni quali le caseine, le albumine, la colla di pesce, di solito utilizzati. Inoltre, anche in vigna, non usa concimi di origine animale perché possono contenere antibiotici che ammazzano i batteri presenti nel suolo stesso”.

Infine, abbiamo chiesto ad Angelo se è soddisfatto del risultato fin qui ottenuto. “Mi ritengo abbastanza soddisfatto. Ma la nostra scelta aziendale è quella di continuare ad investire e fare tanta ricerca per migliorarci man mano sempre di più. È un lavoro duro che io e mia moglie portiamo avanti. La nostra azienda sta crescendo, per poter aver attenzione a tutti questi trattamenti bisogna innanzitutto metterci tanta passione e seguire in prima persona tutti i processi”.

di Elisa De Vito

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